FREE – Sentenza Cassazione – Responsabilità 231, interdittiva antimafia

  • Cassazione 23490/2025 del 24/6/25

    Parte ricorrente: Una società (propone ricorso per cassazione avverso una sentenza della Corte d’appello di Napoli.

  • Fatti di causa:

    • La controversia riguarda un contratto di appalto tra la società ricorrente e un committente.

    • La società ha agito per ottenere il pagamento di somme per lavori eseguiti, mentre la controparte ha eccepito vizi dell’opera e inadempimenti.

  • Decisione della Corte d’appello:

    • Ha accolto parzialmente l’appello incidentale del committente.

    • Ha riconosciuto una riduzione delle somme dovute all’appaltatore per i vizi accertati nell’opera.

  • Motivi del ricorso per Cassazione:

    1. Violazione e falsa applicazione dell’art. 1667 c.c. in relazione alla decadenza del committente dalla garanzia per vizi.

    2. Violazione degli artt. 115 e 116 c.p.c. e omesso esame di fatti decisivi.

    3. Insufficiente motivazione circa l’accertamento dei vizi.

    4. Errata valutazione dei mezzi di prova, in particolare consulenza tecnica e testimonianze.

  • Decisione della Cassazione:

    • Rigetta il ricorso.

    • Conferma la sentenza della Corte d’appello, ritenendo corretta l’applicazione delle norme sulla garanzia per vizi e adeguatamente motivata la valutazione delle prove.

  • Conseguenze:

    • La società ricorrente viene condannata alle spese processuali.

    • La Corte ribadisce il principio secondo cui il giudice di merito ha ampia discrezionalità nella valutazione delle prove, se motivata logicamente.